Buongiorno
Io vorrei aprire in provincia di Padova un laboratorio di pasticceria..fin qui niente di male..
Il problema è che vorrei vendere anche il caffè da consumarsi al banco...mi viene detto che poichè difficilmente chi entra in pasticceria non si siede devo avere il bagno per il pubblico.
A meno che non metta una macchina a gettoni, ho chiesto se posso vendere frullati frappè mi è stato detto peggio che peggio..
allora io non capisco..a parte il rimpallo tra comune e sian, ma inizialmente volevo aprire una yogurteria che poteva fare tranquillamente--così pareva almeno- vendita di frullati frappè, ma non potevo fare torte perchè è manipolazione di alimenti--e qui vorrei capire come fanno tutte le gelaterie a farli..senza laboratorio e magazzino etc-- siccome a me interessa maggiormente fare la pasticceria sto facendo domanda per aprire il laboratorio di pasticceria, ora salta fuori che come pasticceria posso vendere solo prodotti in lattina se non ho il bagno per il pubblico.
Il locale è sempre troppo piccolo..io capisco che sarà anche piccolo..ma uno che comincia non può mica aprirsi un capannone..
Comunque per la somministrazione di caffè viene considerata assistita perchè quando una persona beve il caffè, the, cioccolata, viene servito in tazza e quindi servito appunto..quindi assistito.
Unico modo per venderlo--ma anche qui storcono il naso-- è quella di mettere una macchina a gettoni.
Il fatto di servirlo in tazze di plastica mi dicono che non c'entra che il problema è versare nel bicchiere o tazza, quindi che sia caffè frullato o altro non si può fare se non si ha il bagno.
Mi confermate che è così?
o posso dire qualcosa per farli ragionare?
Poi il sian locale mi dice che a loro non interessa niente..che son problemi del comune se il comune accetta di darmi licenza.
Il comune mi dice che son problemi miei perchè mi arrivano esposti da altri bar.
Totale..non ho ancora capito cosa potrei vendere e cosa no.
Potete aiutarmi?
Buongiorno
Io vorrei aprire in provincia di Padova un laboratorio di pasticceria..fin qui niente di male..
Il problema è che vorrei vendere anche il caffè da consumarsi al banco...mi viene detto che poichè difficilmente chi entra in pasticceria non si siede devo avere il bagno per il pubblico.
A meno che non metta una macchina a gettoni, ho chiesto se posso vendere frullati frappè mi è stato detto peggio che peggio..
allora io non capisco..a parte il rimpallo tra comune e sian, ma inizialmente volevo aprire una yogurteria che poteva fare tranquillamente--così pareva almeno- vendita di frullati frappè, ma non potevo fare torte perchè è manipolazione di alimenti--e qui vorrei capire come fanno tutte le gelaterie a farli..senza laboratorio e magazzino etc-- siccome a me interessa maggiormente fare la pasticceria sto facendo domanda per aprire il laboratorio di pasticceria, ora salta fuori che come pasticceria posso vendere solo prodotti in lattina se non ho il bagno per il pubblico.
Il locale è sempre troppo piccolo..io capisco che sarà anche piccolo..ma uno che comincia non può mica aprirsi un capannone..
Comunque per la somministrazione di caffè viene considerata assistita perchè quando una persona beve il caffè, the, cioccolata, viene servito in tazza e quindi servito appunto..quindi assistito.
Unico modo per venderlo--ma anche qui storcono il naso-- è quella di mettere una macchina a gettoni.
Il fatto di servirlo in tazze di plastica mi dicono che non c'entra che il problema è versare nel bicchiere o tazza, quindi che sia caffè frullato o altro non si può fare se non si ha il bagno.
Mi confermate che è così?
o posso dire qualcosa per farli ragionare?
Poi il sian locale mi dice che a loro non interessa niente..che son problemi del comune se il comune accetta di darmi licenza.
Il comune mi dice che son problemi miei perchè mi arrivano esposti da altri bar.
Totale..non ho ancora capito cosa potrei vendere e cosa no.
Potete aiutarmi?
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Purtroppo la tesi esposta è diffusa ma secondo noi GRAVEMENTE SBAGLIATA!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Somministrare non è servire in tazza (provo brividi pensando che ancora si deve discutere di queste cose in Italia!) ... ma servire al taviolo.
Quindi ben puoi mettere macchinette del caffè anche professionali, servire in tazze di porcellana e fare tutto quello che fa un bar, purchè il servizio si fermi al tavolo!!!!!!!!!!!!!!
MA IPOTIZZIAMO che abbiano ragione loro. Dove sta scritto che serve il bagno anche se tu presenti la scia di somministrazione? nel regolamento comunale di igiene?
NON E' PIU' IN VIGORE!!!!
Consiglio .... cerca qui nel forum con il motore di ricerca i quesiti sulla somministrazione non assistita.
Grazie per la risposta..purtroppo il problema è far capire che la somministrazione non assistita non è versare le bibite in bicchiere...
ho insistito ma mi trovo davanti un muro..dice che posso provare ugualmente a presentare la domanda suap?
Grazie per la risposta..purtroppo il problema è far capire che la somministrazione non assistita non è versare le bibite in bicchiere...
ho insistito ma mi trovo davanti un muro..dice che posso provare ugualmente a presentare la domanda suap?
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In questi casi se pensa di aver ragione .... vada avanti ed abbatta il muro!
Ovviamente sa che rischia di dover andare in tribunale con un ricorso e quindi si faccia consigliare da un avvocato o da un consulente.
Se pensa di aver ragione e molla .... quello che verrà dopo di lei avrà lo stesso trattamento.
I diritti spesso bisogna guadagnarseli ... anche con un po' di fatica!
Allora..mi obiettano che la somministrazione non assistita vale solo per gastronomie e panifici..per le pasticcerie vale la regola che se somministro bevande si tratta di somministrazione assistita cmq
Dicono che la regione ha ''giocato'' su questo--qualsiasi cosa voglia dire..
1. Ai fini della presente legge s’intende:
a) per somministrazione di alimenti e bevande: la vendita per il consumo sul posto, effettuata nei confronti di chiunque ne faccia richiesta oppure riservata a cerchie determinate di persone, che comprende tutti i casi in cui gli acquirenti consumano i prodotti in locali o superfici all’uopo attrezzati; non costituisce attività di somministrazione di alimenti e bevande l’assaggio gratuito di prodotti organizzato dal venditore a fini promozionali o di scelta;
b) per somministrazione non assistita: l’attività di vendita per il consumo immediato sul posto dei prodotti di gastronomia presso l’esercizio di vicinato di cui all’articolo 7, comma 1, lettera a), della legge regionale 13 agosto 2004, n. 15 “Norme di programmazione per l’insediamento di attività commerciali nel Veneto”, o dei propri prodotti da parte del titolare del panificio utilizzando, nel rispetto delle vigenti norme igienico-sanitarie, i locali e gli arredi dell’azienda, escluso il servizio assistito di somministrazione;
Fanno riferimento a questo passaggio dove mi han spiegato..la differenza è che in a) un cliente entra e fa la sua richiesta--e qui diventa assistita--
b) un cliente consuma quello che è pronto..senza fare richiesta..qui non assistita
e' sostanzialmente diverso da quello che leggo nel forum
La legge statale sull’artigianato, (L. n. 443/85) dispone all’art. 3 che
[i]È artigiana l'impresa che, esercitata dall'imprenditore artigiano nei limiti dimensionali di cui alla presente legge, abbia per scopo prevalente lo svolgimento di un'attività di produzione di beni, anche semilavorati, o di prestazioni di servizi, escluse le attività agricole e le attività di prestazione di servizi commerciali, di intermediazione nella circolazione dei beni o ausiliarie di queste ultime, di[b] somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, salvo il caso che siano solamente strumentali e accessorie all'esercizio dell'impresa[/b].[/i]
Da altro punto di vista si può ritenere i prodotti da fornodi un panificio non possono godere di un privilegio rispetto agli stessi prodotti da una pizzeria al taglio o da altro artigiano per altri prodotti. La differenziazione non è ragionevole né giusta.
Purtroppo ci sono sentenze che non vanno nella direzione sperata. Per questo è bene rimanere cauti. Nel caso un artigiano abbia un locale privato allestito con panchine, mensole ecc. eal quale il cliente possa accedere dopo aver concluso la vendita senza che questa possa avere diversificazioni in funzione della discriminante: "mangia qua o lo porta via?" allora è ragionevole pensare che il comune possa fare ben poco. In questo caso non c'è volontà di somministrare.
Pensiamo al caso in cui una gelateria vende coni gelati. Se la stessa ha installato delle panchine o sgabelli, fornisce giornali e riviste e libri gratuitamente, come fa il comune a sanzionare il caso di un cliente che si mangia il gelato seduto leggendo un libro?
E' utile rammentare che l’art. 1 comma 1-b del DL 24 gennaio 2012 n. 1 ha disposto l’abrogazione di tutte le norme che “impediscono, limitano o condizionano l'offerta di prodotti e servizi al consumatore, nel tempo nello spazio o nelle modalità, ovvero alterano le condizioni di piena concorrenza fra gli operatori economici. Le regioni, province e comuni devovo adeguarsi a questi principi
scusate.. ma ho le idee sempre più confuse...
allora..io vorrei vendere i miei prodotti..fatti ad me. E qui..essendo laboratorio artigianale di pasticceria non ci piove.
Non capisco..la cioccolata mi dicono che posso venderla..anche se è una bibita e calda..
il caffè no
poi non capisco perchè mi dicono di no spremute frappè frullati
visto che le gelaterie in genere li vendono senza avere il bagno e vendendoli in bicchieri da asporto.
A me obiettano che in pasticceria si entra per sedersi e consumare..
ma chi glielo ha detto poi?
Se ho una mensola..intanto non mi siedo ma sto in piedi..poi vendo le paste e se vendo le bibite con la cannuccia mi pare evidente che se la bevono dove vogliono..
è vietato?
quella della somministrazione del caffè rispetto alla cioccolata o al the..scusate..io sarò ritardata ma non la capisco..il servizio c'è anche nel fare la cioccolata allora..
anche se non vado a dirglielo altrimenti non mi fanno fare manco quella..ma non capisco la differenza.
E poi non capisco perchè non possa andare bene il caffè in tazza di plastica..perchè secondo loro è tirata per i capelli la cosa della somministrazione non assistita..
Buongiorno Dott. Chiarelli
ho letto con molta attenzione le risposte in questo forum e ci troviamo un po nella stessa situazione di Michela. Abbiamo due cornetterie di proprietà, due affiliate ed un corner affiliato e vorremmo lanciare il progetto caffe da affiancare alla cornetteria in modo da lavorare anche al mattino. La cornetteria è una attività artigianale che prevede l'utilizzo di cornetti prelievitati, forniti da noi ai negozi affiliati, poi cotti al forno e farciti al momento a richiesta del cliente. Ogni locale ha comunque un laboratorio, spogliatoio, dispensa, lavandini con pedale ecc ecc
A fronte di quanto da lei riportato sarebbe possibile inserire una macchina del caffe professionale e servirlo al banco come una normale caffetteria ? L'importante è che non si faccia servizio al tavolo.
Confrontandomi con i tecnici Ausl ho sollevato la questione dell'artigianalità del prodotto. Se faccio una cioccolata calda e la farcisco con panna montata e fragole posso farlo, ma in teoria non potrei farlo se non ci metto un po della mia artigianalità. L’espressione del volto dei tecnici ha lasciato spazio a tante interpretazioni, quello che ho capito io è che …” si hai ragione in effetti non è chiaro “ , se non è chiaro allora se ne può discutere, se non è chiaro si dovrebbe fare chiarezza, se non è chiaro e mi arriva una multa potrei contestarla e rischiare di vincere il ricorso.
Questo forum è molto utile, speriamo di arrivare ad avere una certezza.
Grazie per l'attenzione
Non posso che rinnovare quanto già detto e aggiungere che la questione della somministrazione non assistita è veramente “sdrucciolevole”. La normativa ha previsto la somministrazione n.a. in via generale senza definirne bene i contenuti. Ciò ha portate le varie amministrazioni comunali a dare delle interpretazioni spesso molto diversificate.
Il Ministero dello sviluppo economico ha rilasciato varie circolari abbastanza prudenti (sono circolari e non hanno valore normativo). Con la circolare n. 75893 del 08/05/2013 ha affermato che la macchina del caffè è da considerare come qualcosa tipico degli esercizi di somministrazione (in senso classico) e quindi da escludersi per la somm.ne n.a.
Le argomentazioni da l’una o dall’altra parte possono essere molteplici. Il consiglio è quello di capire quale interpretazione viene sposata dall’amministrazione competente. Da tenere presente che, in ogni caso, avviare un vero e proprio esercizio di somministrazione oggi è molto più semplice che in passato
Buonasera..
Vi posto quanto successo finora..in modo da sapere se ad altri succede la stessa cosa..o se ci son vie di uscita.
:-\
Allora, visto il terreno sdrucciolevole ho presentato tramite un professionista scia per apertura di laboratorio di pasticceria.
Fin qui ci siamo tutto ok, anche se con qualche intoppo telematico.
Ora torniamo a riproporre il discorso del caffè.
Il Sian mi ha detto che non ci son problemi se metto un distributore automatico oppure anche la macchina se al comune va bene che i clienti non vadano in bagno, per loro non ci son problemi.
Ci rivolgiamo in comune e le risposte son state
1-bisogna vedere se il locale dove siamo è catastato come artigianale o commerciale.
Se è artigianale il caffè non lo possiamo vendere.
2-io devo avere il corso sab, alle obiezioni che potrei dare un preposto mi viene risposto che il preposto deve essere presente sempre ed in ogni caso vedi punto 1
3-la legge regionale 29 c'è ma c'è prima il regolamento comunale per cui non se ne fa niente.
Ora anche archiviando il discorso caffè con questi presupposti mi dicono che non posso vendere nulla che non sia prodotto da me..
domando io
il the?
l'orzo?
il caffè di guaranà?
le spremute?
i frappè?
la cioccolata calda?
le centrifughe?
secondo voi queste son bevande prodotte da me o no? ???
Buonasera..
Vi posto quanto successo finora..in modo da sapere se ad altri succede la stessa cosa..o se ci son vie di uscita.
:-\
Allora, visto il terreno sdrucciolevole ho presentato tramite un professionista scia per apertura di laboratorio di pasticceria.
Fin qui ci siamo tutto ok, anche se con qualche intoppo telematico.
Ora torniamo a riproporre il discorso del caffè.
Il Sian mi ha detto che non ci son problemi se metto un distributore automatico oppure anche la macchina se al comune va bene che i clienti non vadano in bagno, per loro non ci son problemi.
Ci rivolgiamo in comune e le risposte son state
1-bisogna vedere se il locale dove siamo è catastato come artigianale o commerciale.
Se è artigianale il caffè non lo possiamo vendere.
2-io devo avere il corso sab, alle obiezioni che potrei dare un preposto mi viene risposto che il preposto deve essere presente sempre ed in ogni caso vedi punto 1
3-la legge regionale 29 c'è ma c'è prima il regolamento comunale per cui non se ne fa niente.
Ora anche archiviando il discorso caffè con questi presupposti mi dicono che non posso vendere nulla che non sia prodotto da me..
domando io
il the?
l'orzo?
il caffè di guaranà?
le spremute?
i frappè?
la cioccolata calda?
le centrifughe?
secondo voi queste son bevande prodotte da me o no? ???
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Poi ci stupiamo che uno decida di andare all'estero ......
mario ti ha illustrato la situazione, valuta te se andare avanti per la tua strada (avviare comunque l'attività ed impugnare eventuali sanzioni o provvedimenti interdittivi) o cedere .....
Purtroppo non ci sono altre strade se l'Amministrazione ti ha dato quelle indicazioni.
Una domanda se sapete rispondermi, ma si rischia la chiusura immediata --cme mi dicono qui per problemi di pubblica sicurezza mi dicono-- o si rischia una sanzione?
riferimento id:19500
Una domanda se sapete rispondermi, ma si rischia la chiusura immediata --cme mi dicono qui per problemi di pubblica sicurezza mi dicono-- o si rischia una sanzione?
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Se ASLComune ritenessero che lei non può fare somministrazione non assistita potrebbero farle una ORDINANZA di cessazione dell'attività illegittimamente svolta (ATTENZIONE, non dell'intera attività, ma della sola somministrazione non assistita).
Contro tale atto potrà proporre ricorso al TAR e chiedere la sospensiva e l'annullamento.
E senza sanzione?
Quindi mi han solo minacciata manco tanto velatamente?
Sempre metto aggiornamenti sperando di essere utile a qualcuno o che anche altri che si trovano in mia situazione sappiano come procede...
allora
in cerca di notizie e di fare pratiche..ritorniamo in comune..
risposta
nn posso vendere nulla per loro manco le paste perchè non son commerciale.
Alle mie obiezioni che appunto son un laboratorio artigianale, mi rispondono che posso vendere le cose mie--ed a questo punto non so quali siano visto che in camera di commercio son pasticceria gelateria e yogurteria--
nn posso vendere alcuna bibita perchè è somministrazione
e soprattutto perchè il locale non è commerciale ma artigianale.
Domando io..
1- ma tutte le gelaterie che ci sono e yogurterie non son artigianali? risposta del comune non devo guardare gli altri..
gelatai rispondetemi per favore ma siete o no artigianali? penso di si altrimenti io stessa per iscrivermi non avrei obbligatoriamente iscrivermi ad artigiani per aprire..quindi non posso vendere il gelato perchè è somministrazione?
non posso vendere lo yogurt?
2-vorrei sapere..ma tutti voi gelatieri se leggete..che avete crepes, waffel, cioccolata calda...avete fatto la scia per ogni
singolo macchinario? idem per spremute, centrifughe? qui mi han risposto..bisogna vedere il processo produttivo..
ma che cavolo di processo produttivo c'è a spremere una arancia?
3-solo nei centri commerciali possono fare quel aspide che vogliono? ivi incluso vendita di caffè?
ci son i bagni è vero..ma non son separati da addetti alla manipolazione di alimenti e materie prime e clienti..
non devo guardare un cavolo!
Le tasse le pago quindi guardo eccome!
Fatevi sentire per favore anche solo per un consiglio anche da chi ha già avuto questi problemi, possibile che non posso vendere nulla? manco le paste che produco io se non son commerciale? ma stiamo scherzando?
e manco il the? processo produttivo apro bustina infilo in acqua bollente e servo su bicchiere da asporto..
ci son dei prodotti anche di gelato che basta versare in vaschetta senza pastorizzare e mettere in vetrina..ma questi dove vivono ?
qua è importante vedere l'attività prevalente. Se l'attività prevalente (giro di affari e sisperficie utilizzata) è quella artigianale, nulla osta affinche nel fabbricato ad uso artigianale possa essere esercitata anche una minima attività commerciale integrativa.
Resta fatta salva la necessità dei requisiti professionali di cui all'art. 71 del d.lgs. 59/2010 se viene svolta attività commerciale di alimenti e bevande (vendita di prodotti industriali, vedi, ad esempio, lattine di birra e aranciata). Se il problema sono i requisiti professionali basterebbe nominare un preposto in attesa dell'acquisizione diretta con il maturare del tempo (2 anni di esercizio).
L'artigiano può vendire liberamente ciò che produce quindi, là dove è preponderante il valore aggiunto con il quale è stato realizzato un prodotto finito con caratteristiche effettivamente diverse rispetto allla materia prima, questo è vendibile al cliente senza titolo abilitativo né requisiti professioali.
Grazie per la risposta.
Qua mi si dice che il preposto deve essere presente sempre, che non può esserci preposto perchè ditta individuale, che il preposto non può essere dipendente ma socio, che in ogni caso anche se ho il preposto il locale deve essere commerciale anche se son 22 mq --nn so perchè considerano tutta area vendita come commerciale e non una porzione di banco-- su 62mq.
Prodotti industriali sarebbero le lattine che tutti vendono anche la pizzeria?
invece i prodotti artigianali quali sarebbero? visto che ora mi obiettano che anche la cioccolata non si sa se posso venderla perchè bisogna vedere il ciclo produttivo..ed idem del te o frappè o altro..perchè guardando bene non posso vendere neanche le paste che produco io..perchè ci vuole il corso sab ed il locale commerciale..
Buongiorno.
Volevo mandarvi un link alla regione Veneto.
http://www.regione.veneto.it/web/attivita-produttive/faq-somministrazione
Qui si parla della somministrazione assistita e non.
Mi pare abbiano tentato di fare chiarezza..quindi..forse potrei fare il caffè in macchinetta ma sempre in tazzine di plastica? fa parte delle bevande alcoliche?
o perchè è caldo non posso servirlo al banco?
..forse han fatto più confusione che chiarezza..
Buongiorno.
Volevo mandarvi un link alla regione Veneto.
http://www.regione.veneto.it/web/attivita-produttive/faq-somministrazione
Qui si parla della somministrazione assistita e non.
Mi pare abbiano tentato di fare chiarezza..quindi..forse potrei fare il caffè in macchinetta ma sempre in tazzine di plastica? fa parte delle bevande alcoliche?
o perchè è caldo non posso servirlo al banco?
..forse han fatto più confusione che chiarezza..
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Come spunti di discussione sono interessanti, ma sono FAQ molto sintetiche e senza riferimenti normativi e giurisprudenziali.
Considera che:
1) Caffè ovviamente non è bevanda alcolica
2) puoi servirlo anche se caldo
3) A MIO AVVISO (ma come detto ci sono orientamenti purtroppo negativi) puoi servire tutti i piatti anche caldi!!!!!!!!
Purtroppo, come ti dicevo, qualche Comune/ASL fa ostruzionismo alla liberalizzazione sulla somministrazione non assistita.
Allora..aggiornamenti penso utili per tutti..
Ho fatto la scia per la macchina del caffè il 26 luglio 2015.
Oggi 12 agosto 2015, ispezione ussl proprio per il mod b1 effettuato.
Gli ispettori mi hanno intimato di eliminare la macchina, in difetto chiusura immediata del locale.
Motivazione non si tratta di un pubblico esercizio, serve il rec, servono le norme edilizie, serve il bagno.
Assolutamente vietato utilizzo di tazze di ceramiche, ma anche di plastica con quella macchina.
Mi consentirebbero un distributore a colonna con inserimento del gettone o no..non è importante.
La cosa importante è che il cliente ed io non tocchiamo il bicchiere di plastica ne tanto meno le capsule..
Ora..dal momento che il mio è un laboratorio di pasticceria..che maneggio le materie prime..che posso fare crepes, senza usare i semilavorati, la cioccolata, e quant'altro..nn capisco che problemi ci siano a maneggiare le capsule di caffè.
Comunque mi adeguerò..sapendo già che nessun cliente verrà mai a bere il caffè..o tornerà dopo averlo bevuto..seppur si tratta di un ottimo caffè.
Tra le altre cose mi viene contestato il fatto di avere due tavolini alti..per cui però mi dicono che chiudono un occhio..
perchè servendo anche il gelato non si può stare a consumare il gelato in negozio ma si deve uscire..come possa io far sloggiare le persone dopo che hanno pagato non me lo hanno spiegato.
Commenti a riguardo ne ho letti tanti e condivido le opinioni di chi si lamenta..io mi limito a far sapere come è andata a finire a me..giusto perchè anche gli altri interessati lo sappiano.
ancora io.....
se possibile..avrei bisogno di alcuni chiarimenti..
quello che è successo..l'ho scritto già; manca una parte però che obiettivamente ripensandoci secondo me non è conclusa.
Io ho presentato domanda suap.
Ho in mano un esito positivo della domanda suap con integrazione di due macchinari, un forno ed una macchinettà caffè
son passati 2 mesi e non ho ricevuto risposta..
Son venuti due signori dell'ussl a fare il controllo e mi han detto a voce che dovevo togliere la macchina perchè non sono un esercizio pubblico ma non hanno mai fatto seguire un qualcosa di scritto, nè durante la visita nè prima nè dopo.
Perchè?
Non ho diritto a vedere scritto nero su bianco in base a quali leggi, visto che mi dicono son tante, non posso mettere la macchina del caffè?
La domanda suap con esito positivo a cui non ho avuto risposta va a finire dove? nel dimenticatoio?
Funziona così normalmente?
Perchè anche per aprire ho fatto domanda suap e non mi hanno più risposto..non è che alla fine non son neanche autorizzata a stare aperta?
Se mancavano documenti o non erano a posto, perchè non hanno mai risposto?
Preciso che la domanda non l'ho fatta direttamente ma tramite il commercialista..proprio per non sbagliare e che nè io nè lui abbiamo più ricevuto risposta.
ancora io.....
se possibile..avrei bisogno di alcuni chiarimenti..
quello che è successo..l'ho scritto già; manca una parte però che obiettivamente ripensandoci secondo me non è conclusa.
Io ho presentato domanda suap.
Ho in mano un esito positivo della domanda suap con integrazione di due macchinari, un forno ed una macchinettà caffè
son passati 2 mesi e non ho ricevuto risposta..
Son venuti due signori dell'ussl a fare il controllo e mi han detto a voce che dovevo togliere la macchina perchè non sono un esercizio pubblico ma non hanno mai fatto seguire un qualcosa di scritto, nè durante la visita nè prima nè dopo.
Perchè?
Non ho diritto a vedere scritto nero su bianco in base a quali leggi, visto che mi dicono son tante, non posso mettere la macchina del caffè?
La domanda suap con esito positivo a cui non ho avuto risposta va a finire dove? nel dimenticatoio?
Funziona così normalmente?
Perchè anche per aprire ho fatto domanda suap e non mi hanno più risposto..non è che alla fine non son neanche autorizzata a stare aperta?
Se mancavano documenti o non erano a posto, perchè non hanno mai risposto?
Preciso che la domanda non l'ho fatta direttamente ma tramite il commercialista..proprio per non sbagliare e che nè io nè lui abbiamo più ricevuto risposta.
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Sai come la pensiamo su questa vicenda. Secondo noi hai titolo ad esercitare e tenere i macchinari.
Il problema è che se anche hai diritto potresti trovarti un verbale o una ordinanza di chiusura ed essere costretta a rivolgerti al giudice ... con tutto quel che ne consegue.
Non posso darti consigli, ma ti dico quel che farei io.
Non avendo avuto alcuna nota scritta ... continuo ad operare e alla prossima visita scrivo con un consulente o avvocato di fiducia minacciando la richiesta danni!
Ma ... valuta bene ...
Grazie per la risposta.
Non ho capito però una cosa, il fatto che non rispondano alla domanda presentata suap vuol dire che vale il tacito assenso passati 60 giorni? o che possono dopo 60 giorni in ogni caso dirmi che non hanno risposto per x motivi ma io non ho diritto ad avere la macchinetta?
Nel senso..so che va a finire che dovrò comunque eventualmente andare davanti al giudice, ma vorrei capire se la prassi è questa..cioè che non rispondono o se solitamente rispondono dando una fine ad una pratica suap.
A me personalmente non è mai stato dato ok neanche per aprire..è stato sufficiente fare la pratica suap..ma visto cosa succede mi vengono tutti i dubbi..praticamente questo sistema di suap è un modo per farci pagare tasse, farci spendere e poi arbitrariamente chiuderci senza neppure sapere perchè o nel caso ci viene notificato qualcosa di scritto con anche le leggi cui fanno riferimento?
Nel mio caso io ho fatto la domanda proprio per avere i riferimenti di legge, che così non mi sono ancora stati dati quindi non so quali siano le caratteristiche richieste che non avrei e secondo quali normative non sarei eventualmente a norma.
Non mi son stati richiesti nemmeno documenti integrativi.
[size=18pt]Somministrazione NON ASSISTITA senza vincoli anche per Ministero - Ris. 372321[/size]
[color=red][b]Ministero dello Sviluppo Economico[/b][/color]
[b]Risoluzione n. 372321 del 28 novembre 2016 - Quesito in materia di consumo sul posto di prodotti di gastronomia all’interno degli esercizi di vicinato[/b]
http://buff.ly/2in1DJA
[color=red][b]AUTORITA' GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO[/b][/color]
[b]AS1316 – DISTORSIONI CONCORRENZIALI NEL SETTORE DELLA VENDITA DI ALIMENTI E BEVANDE CON CONSUMO SUL POSTO[/b]
http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=37716.0
[size=16pt][b]VINO in vetro da parte del produttore agricolo - limiti del TULPS[/b][/size]
[img]https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/29136588_10216692916024557_4854132008844001280_n.jpg?oh=fdbdfdde3d4df87d23423286fafaf751&oe=5B39FEF5[/img]
[color=red][b]Risoluzione n. 77186 del 27 febbraio 2018 [/b][/color]- Quesito in materia di consumo sul posto da parte degli imprenditori agricoli
http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=44027.0