Ciao Simone.
Abbiamo un caso piuttosto insolito. Imprenditore agricolo che ha avviato una attività di vendita diretta presenta SCIA per l'inizio attività commerciale in senso stretto di vendita al dettaglio negli stessi locali in cui esercita la vendita diretta dei prodotti aziendali, dichiarata dalla Ditta attività accessoria rispetto a quella agricola.
Data la sostanziale diversità delle due attività , riconducibili a due distinte figure imprenditoriali e da cui discendono obblighi, adempimenti etc...profondamente diversi, quale delle due attività "prevale" sull'altra?
Da quanto inviatoci (peraltro incompleto e carente di elementi richiesti) non risulta alcuna informazione in ordine alle modalità di svolgimento dell'attività utili quantomeno a salvaguardare la specificità dei prodotti aziendali rispetto alla genericità dei prodotti alimentari di produzione industriale/artigianale.
Qualche lume?
Grazie
Non ritengo che la questione non riguardi il SUAP. L’imprenditore agricolo, evidentemente, vuole porre in vendita anche prodotti prettamente commerciali. Il problema c’era se si fosse messo a vendere tali prodotti senza fare la SCIA per il commercio al dettaglio. Il commercialista avrà cura di diversificare i redditi.
Faccio notare che l’imprenditore agricolo esercita vendita diretta anche se vende prodotti non suoi in misura non prevalente. Ad esempio, se l’imprenditore vende proprie mele per 100 quintali all’anno potrà venderne anche altre provenienti da terzi per un ammontare inferiore a 100 quintali. In questo caso l’imprenditore agricolo non dovrebbe presentare SCIA commerciale (sempre se non supera il limite di reddito di cui all’art. 4 del d.lgs. n. 228/01)
Nel tuo caso, molto probabilmente, l’imprenditore agricolo si è messo a vendere prodotti non agricoli. Ad esempio si è messo a vendere souvenir oppure coca-cola insieme ai panini con salumi di propria produzione
In effetti provo a spiegarmi meglio.
Il produttore agricolo in questione si è messo a vendere pasta, pane, bibite, panini- non tutti con salumi di propria produzione- attivando anche la somministrazione non assistita ( non è ben chiaro se riferita a prodotti aziendali o a entrambe le tipologie).
Il dubbio di fondo nasce dal fatto che per l'attività commerciale in senso stretto sono richieste verifiche (urbanistiche, igienico sanitarie....) non previste nel caso di vendita diretta [ecco perché chiedevo quale "prevalesse"], tra l'altro beneficiaria di vistose agevolazioni.