L’incuria nella custodia delle chiavi di accesso al computer costa cara al dipendente
[Sez. giur. Lazio, sent. n. 222 del 17/03/14]
Il dipendente dell’INPS che involontariamente consente ad altri di accedere alla propria postazione di lavoro per modificare illecitamente la posizione contributiva di soggetti terzi risponde del proprio comportamento omissivo, costituito dal non aver adottato quelle cautele adeguate a ridurre o eliminare il rischio di indebiti accessi, atteso che tale omissione costituisce, ad un tempo, entrambi gli elementi dell’illecito: quello soggettivo della colpa grave, in quanto comportamento lavorativo fortemente inadeguato rispetto al grado di diligenza richiesto nell’adempimento dell’obbligo contrattuale di leale collaborazione (per integrare l’omissione una “grave violazione dei doveri di ufficio”), e quello oggettivo, ponendosi essa come fattore determinante dell’indebito accesso di terzi alle pratiche informatiche, ed assorbendo integralmente il nesso causale con il danno.
http://www.respamm.it/giurisprudenza/viewdec_s.php?id=TVQRa%D8%5C%BD%C5%40%D0%2AcLU%E5%D1%87%A4%F4%8B%EBn%3B%7D%2C%E2W%D6%92%A1Q&srchp=76