Salve.. nella gestione di un procedimento in cds, per impianto di minieolico, ho avuto un parere tecnico edilizio urbanistico negativo, basato sulle nuove condizioni e zonizzazioni previste con la modifica di un PUC ancora in fase di "definizione" , cioè prima approvazione in consiglio, ma da svogersi ancora le succesive fasi... osservazioni.. nuova approvazione di consiglio, Regione ecc. . In un primo momento, tale parere negativo è stato supportato con il ricorso alle misure di salvaguardia di cui alla L. 1902/1952, che poi, accertata la sua abrogazione, si intende ricorrerre all'art 12 coma 3 del D.P.R. 380/01.. che dalla sua lettura, la parola previsione di tale articolo, credo sia inteso in altro modo.. Per cui: Se un amministrazione ha espresso un "indirizzo" con delle modifiche ad uno strumento urbanistico quale un puc, puo' esprimere pareri ricorrendo ai nuovi limiti previsti seppur non definiti secondo una procedura ultimata?, e se non possibile, che posso fare io in qualità di responsable del procedimento (della gestione della conferenza) in qualità di Responsabile Suap?
riferimento id:18832La norma non prevede il rigetto delle istanze in contrasto con il PUC adottato, ma solo la sospensione della pronuncia fino all'approvazione definitiva dello strumento urbanistico o della decadenza delle misure di salvaguardia.
In ogni caso non spetta a te sindacare sulla pronuncia dell'ufficio tecnico, al massimo puoi far rilevare l'incongruenza all'ufficio tecnico, ma poi devi emettere un provvedimento conforme alle posizioni prevalenti espresse in sede di conferenza di servizi.