buonasera dott. chiarelli
Vorrei chiederLe se l'aver frequentato l'ultimo anno dell'Istituto Industriale ad indirizzo chimico nell'anno scolastico [i]2012/2013[/i] senza poi aver conseguito la Maturità, possa aver maturato il requisito professionale di addetto alla somministrazione di alimenti e bevande.
Grazie per l'attenzione
buonasera dott. chiarelli
Vorrei chiederLe se l'aver frequentato l'ultimo anno dell'Istituto Industriale ad indirizzo chimico nell'anno scolastico [i]2012/2013[/i] senza poi aver conseguito la Maturità, possa aver maturato il requisito professionale di addetto alla somministrazione di alimenti e bevande.
Grazie per l'attenzione
[/quote]
NO, non costituisce requisito valido.
Buonasera dott. Chiarelli
vorrei porle un quesito circa la possibilità da parte di privati di vendere, in modo occasionale, cibi preparati in casa ad altri privati. Trattandosi di vendita occasionale tra privati, di ammontare complessivo inferiore ai 5.000 €, da quello che ho potuto verificare non è obbligatorio avere una certificazione HACCP e non dovrebbero essere necessarie altre certificazioni, è corretto? Ci sono alcune restrizioni sui cibi che possono essere venduti in questo modo (es. si può vendere sia la pasta fresca sia la pasta cotta)?
In particolare in riferimento alla legge 25/08/1991 n.287 art. 3 comma 6 capo a - in merito al rilascio delle autorizzazioni concernenti la somministrazione di alimenti e di bevande - sono escluse dalla programmazione la somministrazione di beni e bevande al domicilio del consumatore, posso quindi intendere che non sono richieste certificazioni nel caso di beni alimenti prodotti in casa e ritirati presso il domicilio del produttore?
Inoltre volevo chiederle se i prodotti in vendita sono forniti al cliente in confezioni (es. banale packaging), è in tal caso necessario provvederli di etichetta con informazioni tipo data produzione, data scadenza, ingredienti, ecc. come esplicitato nel art. 64 del d.p.r. 26/03/1980 n.327
La ringrazio in anticipo per la disponibilità.
Cordiali saluti
Michela
Buonasera dott. Chiarelli
vorrei porle un quesito circa la possibilità da parte di privati di vendere, in modo occasionale, cibi preparati in casa ad altri privati. Trattandosi di vendita occasionale tra privati, di ammontare complessivo inferiore ai 5.000 €, da quello che ho potuto verificare non è obbligatorio avere una certificazione HACCP e non dovrebbero essere necessarie altre certificazioni, è corretto? Ci sono alcune restrizioni sui cibi che possono essere venduti in questo modo (es. si può vendere sia la pasta fresca sia la pasta cotta)?
In particolare in riferimento alla legge 25/08/1991 n.287 art. 3 comma 6 capo a - in merito al rilascio delle autorizzazioni concernenti la somministrazione di alimenti e di bevande - sono escluse dalla programmazione la somministrazione di beni e bevande al domicilio del consumatore, posso quindi intendere che non sono richieste certificazioni nel caso di beni alimenti prodotti in casa e ritirati presso il domicilio del produttore?
Inoltre volevo chiederle se i prodotti in vendita sono forniti al cliente in confezioni (es. banale packaging), è in tal caso necessario provvederli di etichetta con informazioni tipo data produzione, data scadenza, ingredienti, ecc. come esplicitato nel art. 64 del d.p.r. 26/03/1980 n.327
La ringrazio in anticipo per la disponibilità.
Cordiali saluti
Michela
[/quote]
La vendita di privati NON SOGGIACE alla disciplina amministrativa e sanitaria in materia di alimenti.
Però ATTENZIONE.
Se per le modalità di svolgimento ed il volume d'affari SI SUPERA il limite ragionevole (NON ESISTE UN LIMITE NORMATIVO PREDEFINITO) dell'area "non professionale allora scattano una serie di conseguenze negative, anche fiscali.
Quindi:
1) ok alla vendita di privati a privati
2) nessun limite di alimento
3) nessun obbligo di etichettatura
MA ATTENZIONE!!!
Gentile dott. Chiarelli la ringrazio per la veloce e chiara risposta!
Volevo porle ancora qualche quesito.
Se gli alimenti sono consumati fuori dall'appartamento di chi ha cucinato, potrebbero quindi potenzialmente essere consumati anche per strada, la natura della transazione può ancora considerarsi "privata" o è da intendersi come "pubblica"?
Il vendere questi cibi attraverso una piattaforma che ha proprio lo scopo di mettere in contatto chi prepara il cibo e chi desidera acquistarlo può modificare in qualche modo la natura della transazione "privata" ed "occasionale"?
Infine nel caso la transazione venisse considerata di natura commerciale, il riferimento normativo è il Regolamento Ce 852/2004 che al cap. III esplicita per i “ locali utilizzati principalmente come abitazione privata ma dove gli alimenti sono regolarmente preparati per essere commercializzati” una serie di vincoli sulle postazioni di lavoro per la produzione di alimenti, corretto? in tal caso sono necessarie certificazioni per chi cucina?
Ancora grazie per la disponibilità.
Cordiali saluti
Michela
Se gli alimenti sono consumati fuori dall'appartamento di chi ha cucinato, potrebbero quindi potenzialmente essere consumati anche per strada, la natura della transazione può ancora considerarsi "privata" o è da intendersi come "pubblica"?
[color=red]Il carattere privato o pubblico NON DIPENDE dal luogo.
Rimane privato se chi effettua la prestazione non lo fa professionalmente.[/color]
Il vendere questi cibi attraverso una piattaforma che ha proprio lo scopo di mettere in contatto chi prepara il cibo e chi desidera acquistarlo può modificare in qualche modo la natura della transazione "privata" ed "occasionale"?
[color=red]No, ma in questi casi si lavora PER INDIZI.
L'offerta in luogo pubblico + un sito dedicato fanno due indizi. NON SONO ancora una prova (esempio simile, in altro contesto è http://www.blablacar.it/ ... si rimane nel privato!
[/color]
Infine nel caso la transazione venisse considerata di natura commerciale, il riferimento normativo è il Regolamento Ce 852/2004 che al cap. III esplicita per i “ locali utilizzati principalmente come abitazione privata ma dove gli alimenti sono regolarmente preparati per essere commercializzati” una serie di vincoli sulle postazioni di lavoro per la produzione di alimenti, corretto? in tal caso sono necessarie certificazioni per chi cucina?
[color=red]Sì, si ricade nel regolamento ce 852/2004[/color]
Gentilissimo dott. Chiarelli
Avrei bisogno di ancora un chiarimento.
Mi diceva che il carattere privato o pubblico della transazione non dipende dal luogo in cui è consumato il pasto, ma mi chiedevo se il fatto che il cibo sia venduto in modalità take away (per cui è consumato fuori dalla casa di chi cucina) fa cadere le condizioni per cui la transazione si possa ritenere privata e quindi diventi un'attività a carattere commerciale?
Le chiederei se nel caso può indicarmi la normativa a cui fare riferimento per chiarimenti in merito.
La ringrazio molto per la disponibilità.
Gentilissimo dott. Chiarelli
Avrei bisogno di ancora un chiarimento.
Mi diceva che il carattere privato o pubblico della transazione non dipende dal luogo in cui è consumato il pasto, ma mi chiedevo se il fatto che il cibo sia venduto in modalità take away (per cui è consumato fuori dalla casa di chi cucina) fa cadere le condizioni per cui la transazione si possa ritenere privata e quindi diventi un'attività a carattere commerciale?
Le chiederei se nel caso può indicarmi la normativa a cui fare riferimento per chiarimenti in merito.
La ringrazio molto per la disponibilità.
[/quote]
Il take-away non muta la questione.
Se io preparo del cibo e lo porto per un pic-cin copn degli amici e glielo offro è LIBERTA' ... non devo chiedere niente a nessuno.
Se a farlo sono in 10 contemporaneamente con altrettanti amici è la stessa cosa.
Ciò che conta è la mancanza di imprenditorialità e non le modalità o il numero.