La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con ordinanza del 12 dicembre 2013, causa C-50/13, ha censurato il sistema sanzionatorio previsto dall’ordinamento italiano per i casi di abuso di contratti di lavoro a tempo determinato nella pubblica amministrazione.
A fronte del divieto di conversione previsto dal nostro ordinamento, occorre verificare se il rimedio risarcitorio previsto dell’art. 36, D.Lgs. n. 165/2001 rivesta i caratteri della proporzionalità, effettività e dissuasività e, dunque, sia idoneo a evitare e, eventualmente, sanzionare l’utilizzo abusivo dei contratti a termine da parte della P.A., secondo i parametri comunitari. Spetta al giudice nazionale, unico competente a pronunciarsi sull’interpretazione del diritto interno, valutare in che misura le disposizioni di tale diritto miranti a punire il ricorso abusivo, da parte della pubblica amministrazione, a una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato, rispettino i principi di effettività ed equivalenza.
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