Gentili Signori,
vi scrivo perchè ho un dubbio che mi assilla da qualche giorno.
Premetto che ho aperto un'attività di paninoteca da asporto nel comune di Castellabate.
Dopo aver fatto il giro per i vari uffici comunali ed essere riuscito a evere la licenza di apertura (la scia),
al primo giorno di apertura (il primo marzo), si è presentato un vigile dicendomi che la nostra attività non poteva essere aperta
perchè, essendo a carattere stagionale, c'èra un'ordinanza comunale che stabiliva l'apertura di suddette attività dalla prima settimana prima di Pasqua
e di garantire l'apertura di 180 giorni.
Innanzitutto tengo a sottolineare che nessuno organo comunale mi ha comunicato nel momento della presentazione della scia dell'esistenza di questa
ordinanza.
Volevo inoltre sapere se un'attività a carattere satgionale possa restare aperta più di 180 giorni e se non fosse possibile come comportarmi visto che ho comunque aperto l'attività il primo marzo?
Non vorrei trovarmi costretto a chiudere il 31 agosto!
A cosa vado incontro se resto aperto lo stesso?
Sperando di essere stato chiaro vi saluto ringraziandovi per la vostra disponibilità.
Never
Il settore commerciale è liberalizzato e una eventuale ordinanza deve considerarsi abrogata.
Purtroppo qualche Comune non è aggiornato e continua a dare informazioni non più conformi alla normativa.
La sua "licenza" (scia) non ha carattere stagionale e potrà svolgere l'attività per il periodo che ritiene opportuno.
Tuttavia per evitare contestazioni ed inutili ricorsi la invitiamo a trasmettere una comunicazione dettagliata e motivata al Comune
La ringrazio per la repentina risposta.
Sarebbe così gentile da indicarmi la legge che abroga tutto in modo da poter informare dettagliatamente il comune?
Grazie
La stagionalità obbligatoria delle licenze non esiste più da un pezzo. La sua situazione è davvero kafkiana. Il Sindaco (alter ego del Padreterno?) non ha per legge alcun ordinario potere di interdire l'esercizio di un'attività d'impresa per determinati periodi dell'anno. Nemmeno nella ex Unione Sovietica ciò accadeva. Quando leggo queste storie capisco il perché la Comunità Europea abbia individuato propria la provincia di Na e zone della provincia di CE e SA quali le aree più degradate d'Europa (per la serie nei Balcani si vive meglio!). Degrado evidentemente non solo urbano ma principalmente civile, culturale, morale. Ma poi con questa "fame" con quale coraggio ci si presenta da un cristiano che ha l'azzardo di fare impresa (perché dalle nostre parti ci vuole coraggio) dicendogli che deve aspettare l'equinozio di primavera o al massimo il lunedì di pasquetta, ma solo dopo aver digerito il casatiello, per poter aprire il proprio negozio! Poco importa se nel frattempo deve pagare fitto, utenze, contributi ecc. L'importante è che venga ottemperato l'ordine del Sindaco. Indignazione a parte un'attività è stagionale se è l'imprenditore a decidere di lavorare solo per determinati periodi dell'anno nel pieno esercizio del diritto alla libertà di impresa (art. 41 della Costituzione). La Legge finanziaria della Regione Campania di qualche anno fa (del 2011 ma se le occorre le trovo il riferimento preciso) in un comma dell'unico articolo che la compone destagionalizza le c.d. licenze dando la facoltà ai possessori delle vecchie licenze stagionali (generalmente quelle di stabilimento balneare) di operare per tutto l'anno. A livello nazionale i riferimenti normativi e i principi in tale senso si sprecano. Io personalmente le consiglio di non perdere altro tempo e di aprire immediatamente la sua attività e quando verranno i vigili (perché verranno per lavare col "sangue" l'onta della lesa maestà) chiami i carabinieri. Chissà che qualche reato (io ne rilevo almeno un paio) non venga a loro contestato.......Un saluto.
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