Buongiorno,
un cittadino vorrebbe aprire un punto vendita giornali in sede fissa su area privata. L'art. 25 della 28/2005 parla ancora di autorizzazioni, ma ormai sappiamo che non è più così da un pezzo, essendo attività avviabile con SCIA. Il bello è che il distributore locale dei quotidiani ha subordinato il rapporto di fornitura al rilascio dell'autorizzazione da parte del comune!! Ed ha parlato di una circolare della Regione che andrebbe in tal senso. A me non risulta niente del genere, ma vorrei un vostro conforto ed eventualmente sapere se c'è già una giurisprudenza (TAR o Consiglio di Stato) che si pronunci in questa direzione.
Grazie saluti
Vedi qua:
http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=16850.0
http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=15319.0
puoi capire che la giurisprudenza dominante conferma i principi di liberalizzazione anche per le edicole. Il Mise e il Piemonte (esempio del post che ti ho linkato) pur riconoscendo la liberalizzazione consigliano di mantenere la SCIA.
Ormai è pacifico che autorizzazione o SCIA il comune non può imporre limiti anticoncorrenziali, quindi niente limiti di distanza o contingenti. Se un'amministrazione mantiene l'autorizzazione non può comunque negalarla se non in base a complicate motivazioni di carattere ambientale (in senso lato) che rischierebbero di essere comunque non imparziali e non ragionevoli.
Restano salve le procedure per eventuali concessioni di area pubblica per l'istallazione di un chiosco ma se l'attività è in sede fissa deve essere trattata come un esercizio di vicinato.
Capisco che il distributore voglia essere tranquillo ma che la sua apprensione debba condizionare l'azione di un'amminstrazione comunale non mi pare il caso.