Buongiorno!
Innanzitutto complimenti per la grande competenza e chiarezza con cui gestite il portale.
Io vi avevo già scritto qualche mese fa in merito a una casa indipendente, ristrutturata e accatastata come abitazione (per la precisione come seconda casa), e data in comodato d'uso gratuito a un'associazione culturale non profit.
L'associazione, per richiesta di alcuni soci, avrebbe, poi, dovuto trasformarsi in APS, ma, ad una analisi più attenta delle attività e delle relative modalità organizzative, il Direttivo non ha ritenuto opportuna questa trasformazione. Dunque, è rimasta associazione non profit "generica".
Il Comune ha chiesto, però, un riaccatastamento, considerando che, di fatto, è avvenuto un cambio di destinazione d'uso funzionale senza opere. Vorrei un consiglio: è meglio riaccatastare lo stabile come Ufficio (categoria A10) o come Sede Associativa (categoria B6)? L'Ufficio tecnico ci ha detto che sono possibili entrambe le soluzioni, ma io, che propenderei per la categoria B6, temo che questo svaluti troppo l'edificio, qualora un domani dovessi rivenderlo, e renda più probematico il ripristino della destinazione d'uso prevista dalla concessione edilizia originaria.
Inoltre, vorrei sapere se, per le diverse attività associative che vengono organizzate all'interno della sede, è indispensabile che tutti i partecipanti diventino soci, perchè la maggior parte delle persone lo è, ma, spesso, soprattutto in caso di bambini e ragazzi, ci sono anche i loro genitori che vengono coinvolti o che, in veste di accompagnatori, sostano un un locale adibito a "sala d'aspetto". Il CdA, inoltre, vorrebbe aprire, a scopo conoscitivo, la partecipazione anche ai non Soci (i quali potrebbero, successivamente, decidere di diventarlo).
Aggiungo che l'Associazione ha stipulato un'Assicurazione sia per i Soci sia per tutti coloro che si trovano all'interno dell'edificio.
La redazione del DVR è quasi ultimata.
Non ci sono barriere architettoniche.
C'è il bagno per diversamente abili.
Non ci sarà somministrazione di alimenti e bevande.
Grazie infinite e cordiali saluti
Antonella Moretti
[quote]Il Comune ha chiesto, però, un riaccatastamento, considerando che, di fatto, è avvenuto un cambio di destinazione d'uso funzionale senza opere. Vorrei un consiglio: è meglio riaccatastare lo stabile come Ufficio (categoria A10) o come Sede Associativa (categoria B6)? L'Ufficio tecnico ci ha detto che sono possibili entrambe le soluzioni, ma io, che propenderei per la categoria B6, temo che questo svaluti troppo l'edificio, qualora un domani dovessi rivenderlo, e renda più probematico il ripristino della destinazione d'uso prevista dalla concessione edilizia originaria.[/quote]
Su questo punto è difficile dare un consiglio, visto che si tratta di una scelta economica, che esula dalle finalità di questo forum. Quello che posso suggerire è di fare un'accurata analisi comparativa delle possibilità: tieni ad esempio conto del fatto che in caso di ufficio potresti avere un maggior valore un domani, ma devi pagare subito gli oneri per ufficio (di solito maggiori che per sede associativa), con il dubbio di trovare da affittare/vendere come ufficio un domani. Verifica con il comune cosa comporta il passaggio inverso (da sede a residenziale)...
[quote]Inoltre, vorrei sapere se, per le diverse attività associative che vengono organizzate all'interno della sede, è indispensabile che tutti i partecipanti diventino soci, perchè la maggior parte delle persone lo è, ma, spesso, soprattutto in caso di bambini e ragazzi, ci sono anche i loro genitori che vengono coinvolti o che, in veste di accompagnatori, sostano un un locale adibito a "sala d'aspetto". Il CdA, inoltre, vorrebbe aprire, a scopo conoscitivo, la partecipazione anche ai non Soci (i quali potrebbero, successivamente, decidere di diventarlo).[/quote]
Premesso che dipende dallo statuto normalmente le associazioni possono erogare servizi per i soli iscritti. Possono essere previste manifestazioni aperte ad un pubblico indistinto in caso di raccolte fondi o eventi particolari, quindi con cadenza molto rara.
Non è materia mia ma so che è possibile anche per un'associazione svolgere servizi per terzi, a condizione di prevederlo nello statuto e di adeguarsi da un punto di vista fiscale (pensa all'associazione che gestisce un centro sportivo con annesso bar aperto al pubblico): il consiglio non può quindi che essere quello di sentire un commercialista per verificare costi e possibilità in merito.
Grazie dei consigli!
Solo per essere sicura: i genitori e gli accompagnatori dei bambini e dei ragazzi, che entrerebbero nella sede solo per portarli e venirli a riprendere, dovrebbero essere soci a loro volta (molti di loro già lo sono, ma non tutti)?
Le attività aperte ai non soci (comunque non freque ti, circa una decina per anno solare) sarebbero a partecipazione gratuita e, naturalmente, rientrano negli scopi statutari. Sarebbero ammissibili?
Grazie ancora e cordiali saluti
Antonella Moretti
[quote]Solo per essere sicura: i genitori e gli accompagnatori dei bambini e dei ragazzi, che entrerebbero nella sede solo per portarli e venirli a riprendere, dovrebbero essere soci a loro volta (molti di loro già lo sono, ma non tutti)?[/quote]
Nulla vieta che vengano accompagnati.
[quote]Le attività aperte ai non soci (comunque non frequenti, circa una decina per anno solare) sarebbero a partecipazione gratuita e, naturalmente, rientrano negli scopi statutari. Sarebbero ammissibili?[/quote]
Se sono gratuite e aperte a tutti e se rientrano negli scopi statutari non ci sono problemi particolari. Poni attenzione che non siano in contrasto con particolari norme di settore o lesive della concorrenza.
Grazie!
Antonella Moretti