Mobbing in Comune: pagano i dirigenti
[Sez. giur. Lazio, sent. n. 647 del 26/09/13]
Il complessivo comportamento tenuto dai convenuti e rilevabile dagli atti nonché dalle risultanze giudiziarie, liberamente valutabili in questa sede, del processo civile intentato dalla dipendente nei confronti del Comune per demansionamento e mobbing, denota una condotta dei convenuti contraria ai più elementari principi di correttezza e efficienza dell’azione amministrativa. L’isolamento in cui la dipendente è stata costretta progressivamente a svolgere la propria attività lavorativa, lo svuotamento, di fatto, di tutte le mansioni alla stessa assegnate, le valutazioni sempre negative dei risultati dell’attività lavorativa da essa svolta, rivelano una condotta macroscopicamente lontana da quella che dovrebbe ispirare il pubblico funzionario nello svolgimento di funzioni dirigenziali [In materia di responsabilità dei dirigenti per mobbing v. anche la recente Sez. giur. FVG sent. 13/09/2013 n. 56].
http://www.respamm.it/giurisprudenza/viewdec_s.php?id=%C4%A9%7B%7C%18ym%D8%82%99%89%13%FD%A5%F1%D3%3E%3EH0%01%FCg%9Cg%9CcCf%D43%87&srchp=76
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