Preg.mo Dott. Chiarelli,
dopo giorni passati a navigare (alla deriva) su internet per reperire informazioni, mi sono imbattuto in questo FARO che sperò potrà indicarmi la rotta da seguire.
Il mio problema è questo:
Circa un mese e mezzo fa ho costituito, insieme ad altri due soci, una SRL avente ad oggetto lo svolgimento di attività di disbrigo pratiche amministrative (agenzia d'affari).
Ho reperito un locale (da ME ritenuto idoneo) rientrante nella categoria catastale C/1 (destinazione d'uso commerciale ).
Sennonché quando mi sono rivolto all'ufficio SUAP per informazioni relative alla presentazione della SCIA, mi è stato riferito che i locali ove dovrà essere svolta la suddetta attività devono avere destinazione catastale A/10 (ufficio) e non C/1.
Premetto che il Comune ha il P.R.G. ma non ha ancora adottato il P.U.C.
Su internet ho però trovato diversi comuni che consentono l'avvio dell'attività di agenzia d'affari indifferentemente in locali aventi destinazione catastale C/1 o A/10.
Volevo quindi sapere da Lei se è corretto l'operato del Comune.
La ringrazio anticipatamente per la risposta e complimenti per l'ottimo forum.
Preg.mo Dott. Chiarelli,
dopo giorni passati a navigare (alla deriva) su internet per reperire informazioni, mi sono imbattuto in questo FARO che sperò potrà indicarmi la rotta da seguire.
Il mio problema è questo:
Circa un mese e mezzo fa ho costituito, insieme ad altri due soci, una SRL avente ad oggetto lo svolgimento di attività di disbrigo pratiche amministrative (agenzia d'affari).
Ho reperito un locale (da ME ritenuto idoneo) rientrante nella categoria catastale C/1 (destinazione d'uso commerciale ).
Sennonché quando mi sono rivolto all'ufficio SUAP per informazioni relative alla presentazione della SCIA, mi è stato riferito che i locali ove dovrà essere svolta la suddetta attività devono avere destinazione catastale A/10 (ufficio) e non C/1.
Premetto che il Comune ha il P.R.G. ma non ha ancora adottato il P.U.C.
Su internet ho però trovato diversi comuni che consentono l'avvio dell'attività di agenzia d'affari indifferentemente in locali aventi destinazione catastale C/1 o A/10.
Volevo quindi sapere da Lei se è corretto l'operato del Comune.
La ringrazio anticipatamente per la risposta e complimenti per l'ottimo forum.
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Salve,
premesso che occorre distinguere fra la classificazione catastale e la destinazione d'uso e che il Comune è competente solo in merito alla seconda e non alla prima occorre dire che:
1) l'agenzia di affari (disbrigo pratiche) è attività che può svolgersi con presenza di pubblico o SENZA presenza di pubblico
2) se vi è pubblico allora l'attività è analoga ad una attività commerciale e quindi, SIA per la destinazione d'uso che per la classificazione catastale occorrerà rispettare le relative destinazioni
3) se è senza pubblico (quindi lavora online, telefonicamente ecc....) allora è attività di servizi e come tale la destinazione principale è DIREZIONALE e quella catastale A/10.
Spero di essere stato utile e se occorre rispondi nuovamente nel forum.
A presto .... e buon lavoro
Grazie mille per la celere ed illuminante risposta.
riferimento id:15185Aggiornamento:
La responsabile del suap, nonostante sia una persona gentilissima, è irremovibile e non vuole sentire ragioni.
Secondo lei la destinazione deve essere necessariamente A/10.
Ho domandato in base a quale normativa Comunitaria, Statale o Regionale deve essere A/10 e lei ha risposto che si è sempre fatto così perché il Comune ha un propria autonomia in materia.
Ha anche riferito che l'eventuale presentazione della SCIA con destinazione d'uso del locale C/1, la stessa sarà "archiviata".
Credo mi convenga presentare in ogni caso la SCIA ed eventualmente presentare ricorso al TAR.
Cosa ne pensa ?
Grazie anticipatamente per la risposta.
do il mio contributo.
La faccenda è delicata e non è detto che il TAR le dia ragione. Il comune è titolare delle funzioni in materia di gestione dele territorio e può, in via di principio, legare determinati tipi di attività a determinate destinazioni d'uso.
Resta inteso che tutto questo deve essere ragionevole e soprattutto previsto a livello di regolamento urbanititico (piano delle funzioni).
Prima di tutto si faccia dire dove sono le disposizioni comunali che disciplinano al sua fattispecie e poi veda con precisione quali sono le modalità per un cambio d'uso e se sono onerose.
Gent.mo dott. Maccantelli,
innanzitutto La ringrazio per il contributo.
Purtroppo la dirigente, pur essendosi dimostrata molto gentile e disponibile, non ha saputo indicare quali sono le disposizioni comunali che disciplinano la fattispecie, limitandosi ad affermare che in passato si è sempre fatto così.
Il problema è che chi come me mastica un po di diritto proprio non ce la fa ad accettare una risposta del genere che rasenta l'arbitrio.
Ho anche provato a richiamare, esibendola, una sentenza della Corte di Cassazione - Sezione I Civile - che seppure relativa ad una diversa fattispecie, indica il criterio di distinzione tra destinazione di un locale ad uso ufficio o negozio enunciato nel seguente principio: "Ai fini dell'applicazione o meno dei benefici fiscali relativi all'imposta di registro previsti dall'art. 17 della l. 2 luglio 1949 n. 408 (cosiddetta "legge Tupini"), con riguardo ai trasferimenti d'immobili compresi in fabbricati destinati ad abitazioni non di lusso, la destinazione di un locale ad "ufficio" od a "negozio", nell'ambito di un esercizio imprenditoriale, va riscontrata a seconda che nel locale medesimo si svolga attività di direzione od amministrazione, senza contatto con il pubblico di consumatori dei beni o servizi prodotti, ovvero vengano direttamente offerti quei servizi e quei beni al pubblico. Ne consegue che rientrano nella categoria "negozi" - cosicché per il loro trasferimento isolato non competono le dette agevolazioni fiscali - i locali destinati ad agenzia bancaria, in quanto di norma essi sono adibiti al ricevimento della clientela, alla stipulazione di contratti, all'opera d'intermediazione, alla negoziazione di titoli e divise; rientrano, invece, tra gli "uffici" i locali di una filiale bancaria nella quale si svolga prevalentemente attività amministrativa senza contatto con il pubblico.".
Ciò, del resto, corrisponde a quanto correttamente affermato in questo post dal dott. Chiarelli.
Avrei accettato senza problemi un diniego accompagnato dall'indicazione di una precisa norma legistlativa, regolamentare o di qualsiasi altro tipo che avesse previsto la destinazione d'uso direzionale - e non commerciale - per i locali da adibire ad agenzia d'affari.
Senza contare, poi, che il medesimo Comune richiede il versamento della famosa "cauzione" che nella maggioranza dei Comuni Italiani non è più richiesta tanto che dai vari siti istituzionali è possibile scaricare il modulo per lo svincolo della cauzione già prestata.
Tutto ciò alla faccia della semplificazione.
Mi fermo qui.
Vi terrò informati sugli sviluppi e se qualcun'altro avesse qualche consiglio sarò ben lieto di accettarlo.
Grazie e Buon Lavoro.
Quello che stai subendo è assurdo.
Il C1 è di categoria superiore alla A e quindi è pacifico che in locale ad uso commerciale si possa svolgere anche attività ad uso ufficio.
L'istanza presentala e se non te l'accettano spediscila pe raccomandata e attendi che passino i termini pe rla conclusione del procedimento, il Comune entro quel termine prima di rigettarti l'istanza deve trasmetterti avvio procedimento con cui ti comunica l'intenzione di respingertela e motivando il tutto. sulle motivazioni puoi replicare benissimo