Buongiorno,
sono interessato ad aprire una gelateria artigianale nel comune di Follonica (GR). Ho letto con attenzione i regolamenti comunali e il piano del commercio, che però fa riferimento ad attività di somministrazione e non artigianali (con vendita diretta dei prodotti ed eventualmente somministrazione non assistita).
Ho due questioni:
1. trattandosi di attività artigianale, devo ipotizzare di dover rispettare le norme comunali in materia di somministrazione oppure no? e in caso di somministrazione non assistita?
2. in particolare, un locale ad uso commerciale può essere utilizzato per attività artigianali senza cambio d'uso, posto che rispetti le normative in materia di igiene alimentare?
Grazie in anticipo.
1. trattandosi di attività artigianale, devo ipotizzare di dover rispettare le norme comunali in materia di somministrazione oppure no?
[color=red]SE EFFETTUI SOMMINISTRAZIONE DOVRAI PRESENTARE LE RELATIVE PRATICHE E SARAI SOGGETTO ALLE ORDINARIE DISPOSIZIONI SULLA SOMMINISTRAZIONE COMPRESE QUELLE SANITARIE (che non sono quelle del regolamento di igiene ma quelle del reg. ce 852/2004)[/color]
e in caso di somministrazione non assistita?
[color=red]In questo caso potrai farlo senza adempimenti amministrativi ma solo con la notifica sanitaria. I requisiti sono meno restrittivi[/color]
2. in particolare, un locale ad uso commerciale può essere utilizzato per attività artigianali senza cambio d'uso, posto che rispetti le normative in materia di igiene alimentare?
[color=red]Sì nel caso di ARTIGIANATO DI SERVIZIO, come nel caso dell'artigianato alimentare.
Tale tipologia di attività è generalmente riconosciuta compatibile sia con il commerciale che con la destinazione artigianale[/color]
Dott. Chiarelli, la ringrazio per la risposta fulminea.
Riguardo al primo punto, l'evitare la somministrazione assistita ha proprio lo scopo di non assoggettarsi alla relativa normativa.
Mi chiedo però se il comune possa applicare "estensivamente" la propria regolamentazione in materia di somministrazione (incluso il piano del commercio) alle attività artigianali, o se esita (nella normativa nazionale o regionale) una sorta di "salvaguardia".
Purtroppo, dalla lettura della giungla di normative (leggi statali, leggi e regolamenti regionali, regolamenti comunali, etc.) non sono stato in grado di arrivare ad una conclusione.
Dott. Chiarelli, la ringrazio per la risposta fulminea.
Riguardo al primo punto, l'evitare la somministrazione assistita ha proprio lo scopo di non assoggettarsi alla relativa normativa.
Mi chiedo però se il comune possa applicare "estensivamente" la propria regolamentazione in materia di somministrazione (incluso il piano del commercio) alle attività artigianali, o se esita (nella normativa nazionale o regionale) una sorta di "salvaguardia".
Purtroppo, dalla lettura della giungla di normative (leggi statali, leggi e regolamenti regionali, regolamenti comunali, etc.) non sono stato in grado di arrivare ad una conclusione.
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NON ESISTE la possibilità per l'ente locale di dare una definizione dell'attività di somministrazione che vi includa quella non assistita oppure l'attività di vendita artigianale.
Tale regolamentazione sarebbe illegittima ed impugnabile.