Il titolare di una agenzia di scommesse Stanley lo scorso novembre ha inviato al Comune una DIA per installazione di giochi leciti dichiarando che l'attività principale era un "esercizio commerciale" (il modello utilizzato prevedeva anche l'opzione "sala scommesse", "bar -ristoranti", ecc.). Premetto che a torto o a ragione, questo Comune fino ad oggi ha consentito l'installazione di giochi in esercizi commerciali (come le tabaccherie).
Da un controllo successivo (dopo i 60 giorni dalla presentazione della DIA), l'ufficio si accorge che i locali non erano autorizzati come esercizio commerciale ma vi veniva svolta la sola attività di scommesse Stanley senza autorizzazione ai sensi dell'art. 88 (in quanto mai rilascaita dalla Questura in quanto Stanley). Ho fatto un avvio di procedimento di annullamento della DIA in quanto illegittima ossia fondata su dichiarazioni non veritiere (l'attività prinicpale non è un esercizio commerciale riconducibile alla L.R. 28/2005) e comunque all'interno dello stesso avvio di procedimento ho precisato che l'esercizio non era neppure autorizzato ai sensi dell'art. 88 del TULPS.
L'interessato ha presentato degli scritti difensivi basati essenzialmente sul contenzioso ancora aperto a livello nazionale in merito alle ricevitorie Stanley (ma penso che al Comune non deve riguardare il perchè la Questura non gli ha rilasciato la licenza ex art. 88) e poche righe con cui afferma che la DIA per l'installazione di giochi leciti è relativa ad un'attività principale certamente non ricompresa nell'ambito della L.R. 28/2005.
Vorrei chiudere il procedimento ossia dichiarare la DIA illegittima in quanto fondata su dichiarazioni non veritiere (l'attività prinicipale non è un esercizio commerciale). E' corretto fare così, hai un fac-simile di atto da indicarmi?
Grazie
Sabina
Il titolare di una agenzia di scommesse Stanley lo scorso novembre ha inviato al Comune una DIA per installazione di giochi leciti dichiarando che l'attività principale era un "esercizio commerciale" (il modello utilizzato prevedeva anche l'opzione "sala scommesse", "bar -ristoranti", ecc.). Premetto che a torto o a ragione, questo Comune fino ad oggi ha consentito l'installazione di giochi in esercizi commerciali (come le tabaccherie).
[color=red]COME SAI IO RITENGO A TORTO![/color]
Da un controllo successivo (dopo i 60 giorni dalla presentazione della DIA), l'ufficio si accorge che i locali non erano autorizzati come esercizio commerciale ma vi veniva svolta la sola attività di scommesse Stanley senza autorizzazione ai sensi dell'art. 88 (in quanto mai rilascaita dalla Questura in quanto Stanley).
[color=red]OK, INFATTI LA STNALEY SOSTIENE, SECONDO ME A RAGIONE, DI POTER OPERARE SULLA BASE DEL DIRITTO COMUNITARIO SENZA NECESSITA' DI LICENZA SPECIFICA.
SI VEDA
http://www.dire.it/agicos/Scommesse/scommesse_ctd.php?c=25245&m=31&l=it
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Ho fatto un avvio di procedimento di annullamento della DIA in quanto illegittima ossia fondata su dichiarazioni non veritiere (l'attività prinicpale non è un esercizio commerciale riconducibile alla L.R. 28/2005) e comunque all'interno dello stesso avvio di procedimento ho precisato che l'esercizio non era neppure autorizzato ai sensi dell'art. 88 del TULPS. [color=red]Nelle premesse mi hai detto che il tuo comune ammetteva comunque l'installazione di giochi negli esercizi commerciali!?!?!?[/color]
L'interessato ha presentato degli scritti difensivi basati essenzialmente sul contenzioso ancora aperto a livello nazionale in merito alle ricevitorie Stanley (ma penso che al Comune non deve riguardare il perchè la Questura non gli ha rilasciato la licenza ex art. 88) e poche righe con cui afferma che la DIA per l'installazione di giochi leciti è relativa ad un'attività principale certamente non ricompresa nell'ambito della L.R. 28/2005.
Vorrei chiudere il procedimento ossia dichiarare la DIA illegittima in quanto fondata su dichiarazioni non veritiere (l'attività prinicipale non è un esercizio commerciale). E' corretto fare così, hai un fac-simile di atto da indicarmi?[color=red]Da quello che mi hai esposto a mio avviso appare difficile intervenire per questi motivi:
1) la Stanleybet esercita attività di scommesse e come tale è EQUIPARABILE agli esercizi art. 88 tulps (tanto che il contenzioso nasce dalla volontà della Questura di assoggettarle a tale norma)
2) poichè l'attività è di fatto una 88 tulps (anche se non applicabile in quanto attività svolta nell'ambito del diritto di stabilimento) a mio avviso detti soggetti possono installare i giochi ai sensi del decreto del 2007 nei limiti numerici ivi previsti
3) l'indicazione "attività commerciale" a mio avviso non costituisce una falsa dichiarazione ma l'indicazione più "simile" a quella che rappresenta la loro realtà.
A tal proposito segnalo che il decreto 2003 parlava di esercizi assimilabili e che il DECRETO 18 gennaio 2007 del MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE "Individuazione del numero massimo di apparecchi da intrattenimento di cui all'articolo 110, commi 6 e 7, del T.U.L.P.S. che possono essere installati per la raccolta di gioco presso punti di vendita aventi come attivita' principale la commercializzazione dei prodotti di gioco pubblici" (Gazzetta Ufficiale N. 27 del 2 Febbraio 2007) parla di " punti di
vendita aventi come attivita' principale la commercializzazione dei prodotti di gioco pubblici", da qui l'equivoco sul termine "attività commerciale"
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Grazie
Sabina
[color=red]Vista la delicatezza della questione chiamami pure per approfondire l'argomento.
Ciao[/color]