Da qualche parte mi sembra di aver letto (circolare?) che l'interessato non può presentare un'autodichiarazione in sostituzione dell'agibilità del fondo che deve ospitare la sua attività. Estendendo il concetto al rispetto della normativa sui locali mi chiedo se sia corretto inserire nei moduli di una qualunque SCIa una formulazione di questo tipo:
"che l'unità immobiliare indicata e gli impianti tecnici che saranno utilizzati sono in regola con la normativa in materia igienico-sanitaria, edilizia, urbanistica, sicurezza, prevenzione incendi, destinazione d'uso dei loacli e destinazinoe urbanistica della zona previsti".
Da qualche parte mi sembra di aver letto (circolare?) che l'interessato non può presentare un'autodichiarazione in sostituzione dell'agibilità del fondo che deve ospitare la sua attività. Estendendo il concetto al rispetto della normativa sui locali mi chiedo se sia corretto inserire nei moduli di una qualunque SCIa una formulazione di questo tipo:
"che l'unità immobiliare indicata e gli impianti tecnici che saranno utilizzati sono in regola con la normativa in materia igienico-sanitaria, edilizia, urbanistica, sicurezza, prevenzione incendi, destinazione d'uso dei loacli e destinazinoe urbanistica della zona previsti".
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L'agibilità è una condizione oggettiva dell'immobile che deriva dall'attivazione di una specifica procedura.
L'esistenza di tale condizione è AUTOCERTIFICABILE senza limitazione alcuna. Non esistono esenzioni di alcun genere.
Se l'immobile è privo della certificazione di agibilità allora l'interessato potrà, se ne sussistono le condizioni, autocertificare la non assoggettabilità a tale procedura dell'immobile (es. in quanto realizzato ante '67 e non oggetto di interventi edilizi di ristrutturazione).