Buongiorno a tutti,
Mi è stato richiesto da parte dei Testimoni di Geova un'occupazione di suolo pubblico durante lo svolgimento del mercato comunale per mettere un piccolo banchetto per fare proselitismo (immagino sia questa la motivazione).
Mi chiedevo se esiste qualche normativa al riguardo o devo solo fare riferimento al regolamento di occupazione, perchè alcuni miei colleghi mi hanno detto che sarebbe vietato fare proselitismo in questo modo, ma non ho trovato riscontri a riguardo.
Mi chiedo inoltre se devo considerarli senza fini di lucro al fine dell'applicazione della TOSAP.
Grazie
Francesco
Alcuni anni fa è stato siglato un accordo tra lo Stato e i Testimoni di Geova, con la finalitá di riconoscere a tutti gli effetti la loro religione.
Alla luce di quanto sopra e ricordando che sta al comune concedere o meno l'occupazione, trattandosi di suolo pubblico, e che, come sempre, la richiesta va valutata in rapporto agli interessi collettivi, salvo diversa previsione nel regolamento del mercato a mio avviso é concedibile.
Per quanto attiene il pagamento della tassa, se l'utilizzo é direttamente connesso all'attivitá di culto é ammissibile l'esenzione, ai sensi dell'art. 49 del D.lgs.n.507/93. Sempre che nulla di diverso sia previsto a livello locale.
La costituzione italiana sancisce la libertà di culto (art. 19). Nel primo comma dell’art.8 della Costituzione si afferma inoltre che “tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”. Per l'occupazione suolo pubblico valgono invece le disposizioni dei regolamenti comunali per l'occupazione spazi ed aree pubbliche e del commercio su aree pubbliche. Nel mio comune abbiamo stabilito delle limitazioni per evitare sovraffollamenti od abusi. Nel regolamento del mercato è stato introdotto il divieto di occupazione per qualsiasi soggetto diverso dagli operatori ambulanti titolari di concessione permanente o spuntisti. In giornate, orari o luoghi diversi dai mercati sttimanali, per associazioni senza scopo di lucro, di culto ecc. abbiamo stabilito giornate limite pro capite nell'arco dell'anno, garantendo comunque l'eventuale sovrapposizione per le iniziative che si svolgono contemporaneamente su tutto il territorio nazionale. Fanno eccezione i soggetti politici. Insomma vale il principio "razionalizzazione ma spazio per tutti" salvo che nel comune le iniziative siano di per sè già autolimitate.
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